Vedere il mondo in modo nitido e perfetto non è solo importante, è vitale. Troppo spesso, però, si dà per scontato. I difetti e le patologie oculari possono ostacolare una visione completa e, per questo, si misura ed esamina il campo visivo, per scongiurare problemi alla vista e al sistema nervoso o accertarli e, nel caso, decidere la giusta terapia o correzione.
Ma che cos’è il campo visivo e perché viene misurato? Scopriamo insieme come si svolge questo esame, quando farlo, quanto dura e perché è così importante analizzare il campo visivo.
Campo visivo: cos'è
Si può definire campo visivo la parte di spazio inglobata dalla vista quando l’occhio (o gli occhi) fissa(no) un punto preciso. L’esame del campo visivo consiste quindi nell’analisi di questa area inclusa nella visione di uno o entrambi gli occhi, per determinare se la vista è libera da qualunque problema o il campo visivo risulta, per qualunque motivo, ridotto.
Lo specialista divide il campo visivo in quattro quadranti, come un reticolo determinato da assi cartesiani. L’incrocio delle due rette avviene in un punto preciso, detto “di fissazione”, che corrisponde alla fovea della retina, ovvero, in parole semplici, il punto centrale della vista, quello in cui la visione è più nitida e acuta. A partire da questi parametri, grazie alle tecnologie, si può analizzare il campo visivo.
Esame campo visivo: come avviene
L’esame del campo visivo è molto semplice: avviene appoggiando il mento a un apposito strumento e fissando la porzione di spazio davanti a sé. L’occhio analizzato è uno per volta e il paziente viene chiamato a fissare un punto davanti a sé e a premere un pulsante ogni volta che vede uno stimolo luminoso.
L’occhio deve fissare il punto e non deve spostarsi alla ricerca dei punti di luce, come non bisogna mai premere il pulsante in assenza degli stimoli, per non invalidare l’esame. Nel caso di patologie oculari, il paziente non riuscirà a visualizzare e segnalare correttamente tutti gli impulsi di luce.
A cosa serve l’esame del campo visivo? Lo specialista effettua questo esame per rilevare eventuali disturbi o patologie, in particolare il glaucoma, ma anche altre malattie del sistema nervoso centrale, come la neurite del nervo ottico, che a volte è la spia di problemi più seri. Il campo visivo può essere monoculare o binoculare, a seconda dell’esame di uno o di entrambi gli occhi.
Campo visivo: gradi e misurazione
Il campo visivo viene misurato in gradi e a seconda dell’inclinazione (se si guarda in alto, in basso o frontalmente). Per diagnosticare eventuali problemi il campo visivo viene espresso in limiti, valori al di sotto dei quali potrebbe essere presente una patologia, misurati a seconda delle porzioni visive che intercettano i due assi:
- porzione nasale (asse orizzontale): misura il campo visivo nella direzione del naso e il limite è fissato su 60°;
- porzione temporanea (asse orizzontale): misura il campo visivo dal centro del punto all’orecchio e il limite è fissato a 100°;
- porzione inferiore (asse verticale): misura il campo visivo verso il basso e ha un limite fissato a 75°;
- porzione superiore (asse verticale); misura lo spazio al centro del campo visivo e il limite è a 60°.
Chi avverte disturbi alla vista può consultare il proprio medico o oculista, che deciderà se necessario sottoporlo all’esame del campo visivo per determinare un campo visivo ridotto, legato a eventuali patologie.