Come vede un daltonico? Cosa vede esattamente? Se lo sono chiesti tutti almeno una volta. Il daltonismo (o discromatopsia) è una condizione visiva ereditaria che riguarda la percezione dei colori e si verifica perché i fotorecettori dell’occhio (i coni, che sono deputati alla visione tricromatica, a colori) non hanno alcuni pigmenti sensibili alla luce. In realtà il termine daltonismo, che deriva dal chimico John Dalton, è un termine di lingua volgare che è nato per indicare un tipo particolare di discromatopsia, sul rosso e sul verde.
Non tutti sanno che esistono diversi tipi di daltonismo e che questa condizione interessa prevalentemente gli uomini di etnia caucasica. Non si tratta di una patologia ma di una condizione genetica, che dipende dal cromosoma X. In media una persona su 20 registra un’anomalia nel percepire i colori.
Tipi di daltonismo
Che colori vedono i daltonici? I coni dell’occhio sono sensibili a tre colori: la luce rossa, la luce verde, la luce blu. Non tutti i daltonici vedono allo stesso modo. Esistono diversi tipi di daltonismo:
- deuteranopia, che limita la percezione del verde (alla vista apparirà più rosso);
- protanopia, che limita la percezione del rosso (alla vista apparirà più verde);
- tritanopia, che limita la percezione del blu-giallo. Meno frequente, rende difficile distinguere blu e verde e giallo e rosso.
Quindi sarebbe improprio parlare di “come vede un daltonico”: diversi daltonici percepiranno diversamente i colori. La discromatopsia più comune è quella che interessa il rosso-verde, che ha un’incidenza dell‘8% sui maschi caucasici e dello 0,4% sulle femmine caucasiche. Il daltonismo completo, ovvero un’assenza della percezione dei colori, è molto raro.
Cure per il daltonismo
Non esistono rimedi definitivi per curare il daltonismo, che incide su attività della vita di tutti i giorni come vestirsi o scegliersi dei vestiti, cucinare, utilizzare dispositivi elettronici o interpretare correttamente i colori dei semafori. Tuttavia, è possibile condurre una vita piuttosto normale, utilizzando alcuni espedienti che semplificano il problema:
- interventi chirurgici (in alcuni casi hanno migliorato il problema)
- lenti colorate, che aiutano a “supplire” l’assenza di colore
- app e software che correggono istantaneamente la visione sullo schermo.
È importante anche la diagnosi precoce che, in caso di necessità, avviene con la somministrazione ai bambini delle tavole di Ishihara, (stesso test che viene effettuato nelle visite mediche per la patente) che prendono il nome dal medico giapponese e aiutano (dopo i 3 anni di età) a capire se c’è un problema nella percezione dei colori. È importante sottoporsi a diversi esami nel tempo, per controllare che non siano insorti deficit.
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