In oftalmologia, il termine diottrie ha un significato ben preciso. Chiunque abbia mai indossato un paio di occhiali da vista per correggere la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo, ha una certa dimestichezza con questa parola, anche se potrebbe non sapere con esattezza cosa sono le diottrie dei propri occhiali.
Cosa sono le diottrie?
Le diottrie sono l’unità di misura del potere ottico rifrattivo della lente, ovvero il potere necessario per correggere la visione normale (10/10) quando si ha un difetto visivo. Più alto è il numero di diottrie, più potente è la lente. La diottria rappresenta la capacità della lente di modificare la direzione dei raggi del fascio luminoso che entra all’interno della lente per focalizzarli così da formarne un’immagine.
Le diottrie sono espresse sotto forma di reciproco della lunghezza focale, ossia della capacità del sistema ottico di mettere a fuoco la luce, misurata in metri, anche in quei Paesi che non utilizzano la misurazione metrica decimale. Maggiore è la quota risultante dalla misurazione, più vicina è la lunghezza focale: una lente ha il potere di una diottria quando riesce a produrre un’immagine nitida a 1 metro di distanza, mentre una lente da cinque diottrie porta la luce a fuoco a una distanza di 1/5 di metro, ossia 20 cm. Le diottrie possono essere espresse anche in forma negativa, ad esempio -2 diottrie, indicando una distanza maggiore per la messa a fuoco.
Ma le diottrie quante sono? Se consideriamo il sistema oculare, l’occhio è una lente naturale positiva e ha un potere di rifrazione pari a 59 diottrie.
Come faccio a calcolare le diottrie?
Le diottrie necessarie a correggere il proprio difetto visivo si possono calcolare con una semplice formula matematica, che mette in rapporto la distanza focale tra il cristallino e la retina di un occhio normale con quella di un occhio con difetto visivo:
1/fcorr = (1/F – 1/fnorm)
dove fcorr è la distanza focale della lente correttiva, F la distanza focale necessaria a correggere il difetto visivo e fnorm la distanza focale normale, che nell’occhio umano è di circa 17 mm.
Per fare un esempio, un occhio miope ha bisogno di una maggiore distanza focale affinché i raggi luminosi convergano sulla retina, che potrebbe essere F= 18mm. Per correggere questo difetto, si utilizza una lente divergente (concava) di forma semisferica, con potere diottrico negativo:
1/fcorr = (1/18 – 1/17) x 103 m-1 = -3,25
Nel nostro esempio, dunque, sarà necessaria una lente negativa da 3,25 diottrie.
Le diottrie, infatti, sono rappresentate su una scala ideale con gradini che valgono 0.25 punti ciascuno e che consentono di classificare la gravità del difetto della vista: nel caso della miopia, viene detta lieve fino a -3 diottrie, intermedia fino a -6, elevata oltre quest'ultimo valore.
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