Differenza tra diottrie e decimi

Spesso, quando si parla di salute della vista, si tende a confondere termini come decimi e diottrie, o a considerare erroneamente che tra i due ci sia un rapporto matematico. In realtà, decimi e diottrie sono due cose diverse e non legate da una proporzionalità.

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Diottrie e decimi sono la stessa cosa? No, sono due cose ben diverse. I decimi rappresentano il sistema di misura per la diagnosi di un difetto visivo e si basa sulle righe di lettere che l’oculista, durante il controllo della vista, pone davanti al soggetto. Righe di diverse grandezze che permettono, in base alla capacità di lettura, di capire quanti decimi ha la persona che si sta sottoponendo all’esame.

Dieci decimi rappresenta la vista convenzionalmente corretta. Undici decimi una vista superiore alla norma, estremamente sviluppata. Al di sotto dei dieci decimi si parla di difetto visivo, espresso appunto in questa unità di misura: un soggetto miope con una vista di sei decimi avrà bisogno di un occhiale che compensi il difetto.

Le diottrie dell’occhio, invece, si riferiscono al potere correttivo della lente posta davanti all’occhio. Non c’è correlazione tra decimi e diottrie. Inoltre, sono diverse le gradazioni degli occhiali e delle lenti a contatto, quindi per acquistare delle lenti occorre una prescrizione diversa da quella ottenuta per gli occhiali.


Quali lenti scegliere per correggere un difetto? 

La scelta delle lenti correttive dipende da fattori soggettivi e oggettivi. L’ottico sceglierà lo spessore e il potere correttivo in base al disturbo diagnosticato, mentre alcune variabili sono affidate alla preferenza di chi deve indossare gli occhiali. Ad esempio:

  • le proprietà anti-riflesso e anti-graffio (anche se la maggior parte degli occhiali ormai ne è dotata di default);
  • il materiale utilizzato;
  • la montatura: la forma e il colore degli occhiali.

Gli studi nel mondo dell’ottica sono sempre più avanzati e si sta raggiungendo progressivamente l’obiettivo di progettare lenti ultrasottili anche per difetti pronunciati, sfatando la tradizionale convenzione che, per ad esempio una grave miopia, occorrano necessariamente lenti spesse come fondi di bottiglia.

In generale, il materiale per le lenti dipende strettamente dal tipo di difetto e dal grado, ovvero le diottrie che vengono già indicate sulla ricetta, oltre che dallo spessore determinato dall’indice di rifrazione della lente. Le lenti possono essere in materiale organico infrangibile (le più diffuse), con un potere di protezione dai raggi del sole, a cui si può aggiungere il filtro anti-luce blu-viola. Oppure possono essere in vetro minerale, anti-graffio ma senza il fattore protettivo contro i raggi UV.

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