Quando si entra nello studio di un oculista non si può fare a meno di notare immediatamente il forottero: si tratta infatti di uno strumento complesso e “ingombrante”, una sorta di casco che viene fatto indossare al paziente per eseguire un esame visivo.
Inventato nel 1900, il forottero è oggi il principale strumento utilizzato dai medici oculistici per misurare gli errori di rifrazione e stabilire il funzionamento degli occhi dal punto di vista visivo, al fine di accertarsi della effettiva capacità visiva e dell’eventuale necessità di correzione ottica per il paziente.
Che cos'è
Il forottero è un complesso macchinario composto fondamentalmente da quattro dischi di lenti:
- sferiche, positive e negative, di potere elevato;
- sferiche, positive e negative, di basso potere;
- cilindriche negative;
- accessorie.
All’interno del forottero si possono poi trovare diversi filtri, lenti colorate e polarizzate, sistemi prismatici che permettono allo specialista di misurare la rifrazione degli occhi del paziente, oltre a consentire di individuare difetti della visione binoculare come lo strabismo o la foria. Le parti principali di ogni forottero sono:
- la manopola di livellamento;
- la scala della distanza interpupillare;
- la leva di convergenza;
- il prisma rotante;
- le manopole di controllo della potenza e dell’asse del cilindro;
- il controllo della potenza sferica;
- la finestra di lettura della potenza.
Come funziona?
Ora che sappiamo come è fatto un forottero, cerchiamo di capire come funziona. In estrema sintesi, le diverse lenti contenute in questo strumento vengono utilizzate durante l’esame della vista per misurare gli errori di rifrazione di ogni occhio e determinare la prescrizione corretta per correggere gli eventuali difetti.
Il paziente viene fatto accomodare in prossimità del dispositivo, invitato a indossare questa sorta di casco e a guardare una mappa oculare attraverso le diverse lenti che vengono posizionate davanti ai suoi occhi. Cambiando le lenti e le impostazioni del forottero l’oculista continua a regolare la potenza dell’obiettivo in base alle indicazioni del paziente, fino a raggiungere la visione più chiara e nitida, valutando anche le eteroforie (ossia la naturale posizione di riposo degli occhi) e le ampiezze accomodative. I controlli principali che si possono effettuare con un forottero sono:
- il controllo delle lenti sferiche e planocilindriche negative;
- il controllo obiettivo ausiliario e del diaframma che offre diverse opzioni di lenti accessorie;
- i comandi di regolazione per adattare il forottero al paziente, controllando ad esempio la distanza interpupillare, la distanza dei vertici e l'inclinazione pantoscopica, ovvero l’angolo della lente rispetto al piano verticale del volto.
Tipologie di forottero
Esistono due diversi modelli:
- il forottero manuale
- il forottero digitale
Entrambi hanno le stesse parti fondamentali e le medesime tipologie di controlli. La differenza tra le due tipologie sta nel fatto che nel forottero manuale essi sono azionati direttamente dall’oculista mentre nel forottero computerizzato sono gestiti da un software.
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